Danilo Cataldi si è raccontato in una lunga intervista al canale YouTube della Lega Serie A.

«Gioco nella Lazio da quando ho 12 anni. Ogni giorno è sempre speciale per me. A Formello conosco qualunque cosa, per me è una seconda casa. Indossare questa maglia è qualcosa di speciale, per l’ambiente, i tifosi, la fede. Ti entra dentro e difficilmente riesci a toglierlo. Spero di raggiungere traguardi importanti con la Lazio. Ho sempre voluto diventare un simbolo per questa gente e un punto di riferimento per i nuovi ragazzi che entrano a far parte della squadra.

Non ho idoli, ma ricordo che quando avevo 5 o 6 anni la Lazio era una delle squadre più forti al mondo, con calciatori straordinari e di grande personalità. In Serie A ricordo Zidane per l’eleganza, ma qui ho avuto un grande maestro, Lucas Leiva che ho ammirato professionalmente e umanamente. Gli idoli qui diventano “relativi” perché le persone con cui passi ogni giorno diventano poi quelle con cui leghi di più.

Mi vedo regista, ruolo che ora richiede più mansioni: con Sarri lavoriamo sia con la palla che senza. Il mister non è uno di tante parole, ma si fa capire. Ha dimostrato sempre di essere un grande allenatore. Avevamo un modo di giocare totalmente opposto prima che arrivasse lui, all’inizio è stata dura.

Cosa cambierei della scorsa stagione? Qualche partita, soprattutto il derby che qui rappresenta tutto. Quest’anno cercheremo di portarlo dalla nostra.

Ad Auronzo si suda, ma i tifosi sono stati magnifici, ci seguono ovunque. Ogni anno in quel posto viene tanta gente e questo crea un ambiente ideale.

Centrare la Champions. Sarà un campionato particolare, potrà succedere di tutto.

La vita mi è cambiata radicalmente con l’arrivo di mio figlio. Ho una famiglia numerosa, ho tanti tifosi speciali a casa. Mio figlio è un piccolo lazialotto, viene allo stadio, vuole venire agli allenamenti, si mette la maglia della Lazio. Ho sempre desiderato una famiglia e lui è stata la gioia più grande».

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